Al Canto Al Ballo

Come un giorno nacque l’Opera a Firenze

Un produzione di OF – Opera di Firenze –  Maggio Musicale Fiorentino, in collaborazione con:

Compagnia teatrale VENTI LUCENTI

11, 12, 13 ,14, 16, 17,18 novembre 2015 – Teatro Goldoni di Firenze

21 dicembre 2015 – Teatro dell’Opera di Firenze

Direttore musicale
CARLOMORENO VOLPINI

Musiche originali

CARLOMORENO VOLPINI
Musiche di repertorio

GLUCK, HAENDEL, VERDI, BIZET, PUCCINI, WAGNER, DONIZETTI, ROSSINI, MOZART.
Regia e scrittura scenica
MANU LALLI

Scene
ROBERTA LAZZERI

 

SAMPLES  from original music by CARLOMORENO VOLPINI

RINASCIDANZA

ARPASOGNANTE

NOTE MUSICALI

La musica di questo spettacolo è articolata su tre diversi livelli, ciascuno rispondente alla costruzione drammaturgica. Il primo livello è agganciato al momento in cui prende vita, in casa Bardi, la prima opera della storia: l’Euridice: i musicisti, in palcoscenico, interpreteranno (con strumenti originali) la musica dell’epoca, restituendo alcuni momenti dello sviluppo creativo di questa opera.

Il secondo livello si articola nella prospettiva musicale che da quel momento si apre. Costruito su citazioni e brani tratti dal repertorio ‘classico operistico’, questo percorso si snoderà attraverso la musica di Gluck, Haendel, Verdi, Bizet, Puccini, Wagner, Donizetti ed altri quali prosecutori di quel Big Bang culturale seicentesco. Le musiche sono state scelte secondo la loro funzionalità narrativa, per significare l’immutabilità dei sentimenti  nel flusso dei secoli. Per fare un esempio:  ad un certo momento assisteremo all’incontro tra Francesca Caccini e Michelangelo Buonarroti il Giovane;  la passione amorosa che immediatamente ne conseguirà verrà comunicata con l’inizio del Tristano e Isotta di Wagner, opera  da sempre riconosciuta come monumento al sentimento d’amore.

Il terzo livello è quello della musica originale. Scritta come una sorta di ‘colonna sonora’ per lo spettacolo, è pensata per legare e fondere insieme le sue parti, ma anche per sottolineare l’azione, in modo tale che il risultato sia quanto più possibile corrispondente alle esigenze narrative di questa storia antica raccontata oggi. Il linguaggio è eterogeneo, ricco di rimandi storici e storicizzanti, di immagini sonore evocative e di forme musicali virate ad un uso ‘improprio’, ma efficace.  Nell’episodio che vede Peri e Caccini coinvolti in un’accesa discussione, ho utilizzato la forma (embrionale) del Canone, poiché rappresenta la forma perfetta nella costruzione di un tessuti a più voci: la prima voce enuncia il suo discorso, al termine del quale subentra la seconda voce e via di seguito: una discussione corretta, dettata da regole precise. Nel nostro caso, invece, le voci sono concitate, si accavallano, si sovrappongono, creando confusione; perciò il Canone è imperfetto, con entrate giuste e sbagliate, irriverenti della buona forma. Un’ulteriore funzione della musica di questo terzo livello è di raccontare l’evoluzione musicale nel tempo:  alle riflessioni di Peri che si interroga su quale sarà il futuro del genere che con l’Euridice sta nascendo,  rispondono delle vere e proprie allucinazioni sonore, in cui frammenti rossiniani-mozartiani  risuonano nella sua mente, distorti e trasfigurati, ma pur sempre riconoscibili. Né mancano delle fugaci incursioni nel mondo sonoro popolare della nostra epoca, a sottolineare in quante forme i secoli abbiano trasformato quel Recitar Cantando, portandolo anche fuori dal suo primo ambiente, in contesti culturali diversi. A volte un suono o una parola possono bastare a portarci in un altro mondo.

Carlomoreno Volpini